Vedere l’opera lirica con un bimbo di nove mesi si può (grazie allo streaming)
Ieri sera sono andata a Teatro a vedere l’opera. Anzi, l’opera è venuta a casa mia.
Qualche settimana fa ho visto in TV la pubblicità di “Bohème” allestita al Teatro Regio di Torino e prodotta da Classica HD. Siccome amo quest’opera e l’ho suonata, mi si sono subito drizzate le antenne sulla testa. In TV però la davano “il giorno X all’ora tot” e per me, mamma di un bimbo di nove mesi, le cose ad orari determinati sono abbastanza un problema, a meno che non coincidano con l’orario della nanna del pargolo.
Sono andata sul sito del Teatro Regio e ho visto che l’opera era in streaming: acquistando il biglietto, il link era disponibile dal 1 al 8 febbraio e potevi vederla quando volevi. Vista questa possibilità ho acquistato il biglietto e ho messo un promemoria tutti i giorni in modo da non dimenticarmene, travolta dalla routine quotidiana.
Ieri sera, il colpo di fortuna: il Cucciolo si è addormentato alle 21:30. Mi sono portata il PC nel letto, ho messo le cuffie e mi sono accomodata; con una mano cullavo il piccolo, con l’altra facevo le coccole al papà e davanti a me…lo spettacolo!
Una possibilità per chi ha bimbi piccoli
Fin da quando è nato il Cucciolo, mi sono chiesta come si potesse andare a sentire un concerto con un neonato. Quest’estate doveva suonare un gruppo di miei amici molto bravi, all’aperto e ho pensato che fosse l’occasione perfetta per provare a portare il piccolo e vedere cosa sarebbe successo. Purtroppo uno dei musicisti è risultato positivo al COVID, quindi il concerto è stato annullato e non ho avuto altre occasioni per sperimentare l’effetto della musica dal vivo sul mio cucciolo.
Ieri finalmente lo streaming mi ha dato la possibilità di “partecipare” a un concerto con un bimbo piccolo. In questo caso ovviamente il focus non è stato l’esperienza musicale del bambino, ma la possibilità di una neomamma di fruire di un momento di assoluta bellezza. E, credetemi, anche se diventare genitori è bellissimo, ti riempie di vita e di gioia, le emozioni che può dare l’Arte e la Musica in particolare sono insostituibili. Diciamolo: quando i bimbi sono piccoli si è molto concentrati sui bisogni base…potersi elevare un po’ dal punto di vista intellettuale, almeno ogni tanto, è davvero una boccata di ossigeno per il cervello.
Ecco perché questa esperienza mi ha davvero aperto un mondo:
- Ho potuto partecipare insieme al mio bimbo, senza doverlo lasciare a qualcuno: questa è una grande comodità, soprattutto per chi, per esempio, non ha i nonni a portata di mano. Pensate poi alla reazione degli spettatori che si arrabbiano perché scarti una caramella, di fronte alle esternazioni di un puffo (probabilmente) annoiato….
- Ho visto l’opera quando potevo: la flessibilità dello streaming permette di guardare lo spettacolo quando si vuole (o, nel mio caso, quando si può). Tra l’altro, alle 23 la lavatrice aveva finito il suo lavoro, quindi tra il secondo e il terzo atto ho steso il bucato: non molto romantico, ma…funzionale!
- Andare al Regio non è per tutte le tasche: è vero, ci sono i biglietti che si possono acquistare a prezzo ridotto poco prima dell’inizio del concerto, ma in linea generale, purtroppo, andare a Teatro è, economicamente, piuttosto impegnativo. Il biglietto per lo streaming costa 5,50 €: non aggiungo altro!
Cosa ci si perde
Beh…banale, ma fondamentale…la musica dal vivo! Soprattutto in quest’epoca, in cui siamo abituati a sentire musica in formati come l’MP3, sentire un’orchestra classica che suona dal vivo, ti fa sembrare di essere stato sordo fino a poco prima. La ricchezza di sfumature, sonorità, colori è immensa e, secondo il mio modesto parere, nessuna tecnologia potrà mai riprodurre tutto questo anche perché la musica, con le sue vibrazioni, entra nel corpo, non solo nelle orecchie.
Il secondo elemento che viene a mancare è il piacere di prendersi un momento tutto per sé, di staccare, di andare fisicamente in un altro luogo, di non pensare ad altro, di non fare la lavatrice nel frattempo: tutte cose fondamentali, ma che credo si possano rimandare a quando il Cucciolo sarà un po’ più grande. A questo aggiungerei il piacere di vestirsi bene, di mettere quelle scarpe con il tacco che amiamo tanto, ma che non possiamo usare tutti i giorni e che significano anche prendersi cura di sé stesse, spesso un lusso per le neomamme.
Potrei continuare con “il rito di andare a Teatro” e molto altro, ma mi fermo: per ognuno di noi scegliere di andare a sentire un concerto dal vivo ha moltissime implicazioni dal punto di vista emotivo e non solo!
Sì, c’è YouTube, ma è diverso
Guardando l’opera in streaming ieri sera, mi sono resa conto che in realtà si trattava di un video caricato su YouTube (o perlomeno questo mi è sembrato). E di video su YouTube ce ne sono un’infinità, anche video di opere liriche ben fatti che in passato io stessa ho utilizzato per studiare.
Per me però ci sono state due differenze significative:
- Comprare il biglietto “sa di andare a Teatro”: è un piccolo gesto, ma è importate. Si va sul sito del Teatro e si procede all’acquisto tramite VivaTicket, proprio come si fa quando si va a sentire un concerto dal vivo. Questo semplice gesto ha reso l’esperienza speciale: io ho scelto di andare a Teatro a sentire “Bohème”. Ben diverso dal decidere di guardare un video su YouTube cosa che, spesso e volentieri, avendo poco tempo, non faccio pensando: “Tanto è gratis, tanto è sempre lì”.
- E a proposito di “E’ sempre lì”, “Bohème” non lo è: lo streaming è stato disponibile dal 1 al 8 febbraio, poi basta. Ed ecco un’altra differenza: se compri il biglietto sai di avere un tempo limitato per la fruizione dell’opera, quindi ti prendi l’impegno di farlo, ti ingegni a ritagliarti un momento di pace senza continuare a rimandare all’infinito con mille scuse.
E “Bohème”?
Non sono qui per fare una recensione dell’opera. L’unica cosa che “spoilero” è che vedere i cantanti (non i personaggi principali!) con la mascherina fa davvero impressione, anche se è in tinta con il resto del costume…. In ogni caso ho apprezzato moltissimo questo allestimento! Lo ammetto, sono di parte: amo Puccini e amo quest’opera! L’ho studiata e l’ho suonata e vederla ieri sera non ha significato solo godere di un capolavoro senza tempo, ma anche riconoscere i passaggi che di solito eseguo io, i suoni che li precedono, ricordarmi le parole (che so a memoria), rivedere dentro di me i volti dei compagni di sezione, degli altri musicisti, il sorriso del Direttore d’orchestra durante gli applausi finali e tante, tante altre emozioni.
Per concludere però, ci tengo a dire una cosa: quando si potrà, andate a Teatro!!!!! E finché non si può, fate venire il Teatro a casa vostra! Anzi, non solo il Teatro: i musei, le orchestre, i gruppi rock…tutta l’Arte che riuscite a far entrare! E donate! Regalate biglietti virtuali ad amici e parenti, fate donazioni in denaro, condividete le iniziative sulle vostre pagine social, insomma, sostenete i professionisti della Cultura! Perché di Arte e Bellezza abbiamo bisogno sempre, anche quando, trascinati dalla corrente della routine quotidiana, non sappiamo neanche più di averne.
Molto interessanti queste indicazioni, utili per far apprezzare un tipo di musica che risulta ancora molto indigesto!
Giuseppina, ti ringrazio molto e…ti capisco! Io ho iniziato ad amare davvero l’opera quando ho iniziato a studiarla per suonarla: mi si è davvero aperto un mondo! Consiglio di leggere prima il libretto per conoscere la trama e poi…farsi rapire dalla splendida musica di Puccini! 😉
Sono sempre stata incuriosita dall’opera anche se ne ho viste solo due a teatro. Ho letto d’un fiato questo tuo post e chissà che bel sonnellino ha fatto il cucciolo con la musica e una mamma felice di potersi concedere un momento di bellezza!
Guarda…è stato così bello che stentavo a crederci anche io! ;-D Se ti interessa, in questo periodo tanti teatri, tra cui anche il Teatro Regio di Torino, stanno trasmettendo le loro opere in streaming: può essere un buon momento per curiosare qui e là e vedere se trovi qualcosa che ti ispira. Oltretutto si può contare sulla flessibilità di una fruizione che, in caso di imprevisti, si può mettere in pausa e riprendere in un secondo momento! 😉